Tornati. Non ancora sulla Terra per il momento, ma in Italia.
Sono stati 9 giorni vissuti su un pianeta diverso, per chi è appassionato, un pianeta semplicemente fantastico. Il mondo meraviglioso e unico dei Rally.
Correre in prova speciale è sempre speciale, correre poi in prove speciali che hanno fatto la storia dei Rally, per la loro difficoltà, da ancora un gusto in più. Quello della sfida con se stessi.
E penso che noi l’abbiamo vinta, correndo con tanto cuore e tanta testa.
Mai usato una vettura R5, solo un veloce Test (dove io dopo neanche 10km ero già KO e sceso dalla macchina) con una Fiesta…per poi usare una Skoda in gara.
L’abbiamo conosciuta, la nostra compagna Fabia, allo shake. Lungo i circa 6km c’era già da piangere. Strade sporchissime con tagli da entrarci con tutta la macchina da far spavento ! Noi italiani “antichi” abbiamo disimparato come fare queste curve, immagino i giovani italiani che invece non l’abbiano mai imparato. Da noi oramai ci sono in prova, antitaglio ovunque, farciti da chicane, che invece all’estero non esistono. Usi tutta la strada per quanto è possibile. Fatti i 4 passaggi sempre abbassando un poco i tempi, il pensiero che girava in testa era “ma come cavolo facciamo a fare i restanti 320Km di prove speciali ?”
Correre in una gara del Mondiale all’estero ha un sapore dolcissimo. E’ una carovana di addetti al lavoro, che per 7 giorni vive con Te. Dal nostro D.S. Gianluca, ai ragazzi di Roger Tuning, agli amici tutti che hanno passato momenti con noi, a tutti i commissari e tecnici della gara, ai ragazzi della Panta, ai tuoi avversari. Si fa amicizia con tutti, ci si scambia sorrisi e saluti, ci si prende anche sportivamente per il naso sorridendo ! Ho avuto il piacere di conoscere, di fare più volte colazione, con un grande professionista come Giovanni Bernacchini e con Lui vivere momenti sportivi caldi. Mi piaceva un sacco un’ equipaggio Irlandese, due splendidi signori sui 65 anni con una Fiesta R5 sponsorizzata Hertz che andavano molto forte. Era bellissimo vederli fuori prova tutti rossi per il caldo e lo sforzo, vedevo tanto romanticismo nei loro gesti, nella loro gara, nella loro passione nel correre in macchina. Adesso hanno un tifoso in più nel mondo.
La prima tappa erano 120 km in 4 tratti cronometrati.
In tutte abbiamo buttato dei secondi (un lungo nel canaletto, un “bacetto” ad un rail, un testacoda, un’ inversione dove non ha funzionato il freno a mano e siamo andati dritti). Le prove piacevano molto ad Alberto (una in particolare per me) e la tappa è scivolata via velocemente. Caspita, avevamo portato a casa la prima tappa del Tour de Corse !!!
Super stanchi siamo riusciti a buttarci a letto per qualche ora di sonno. I tempi nel Mondiale sono sempre tiratissimi, non c’è neanche il tempo a volte di fermarsi 1 minuto in trasferimento…
La seconda tappa erano circa 140Km in 4 prove.
Subito la prima era una da 49Km. Ci hanno fermato tra C.O. e Start per un’ora e mezza perché c’era un’ equipaggio da portare via con 2 elicotteri ambulanza. Tanta tensione in quei momenti perché le notizie non erano tanto confortanti sulla salute dei 2 ragazzi. Solo alla sera poi ci sono state belle notizie sul loro stato di salute. Delecour, Kopecki e altri piloti professionisti hanno caldamente discusso con i commissari perché ad un certo punto è arrivato l’ordine dalla Direzione Gara di partire. Tutti avevano gomme fredde, freni freddi, concentrazione sullo zero e pensieri in testa. Noi come loro o forse di più. Partiti, abbiamo subito trovato tanto sotto bosco dove addirittura c’era del fango e con la macchina che non scaricava lo sporco. Guidato sulle uova e siamo usciti dalla ps.
La seconda e quarta prova della giornata (quella trasmessa poi da SKY il sabato pomeriggio) ci piaceva un casino e ci siamo divertiti tanto.
Con tanto impegno portiamo a casa anche la seconda tappa e con un buonissimo risultato. 28° assoluti al Tour de Corse !
Gentilmente è venuto a trovarci un’ ingegnere di macchina, della Skoda R5 ufficiale. Avevamo problemi di sottosterzo che toglievano confidenza sul veloce ad Alberto. Ha ascoltato tutto e poi ci ha risposto che è lo stesso problema che accusava sempre Mikkelsen. Ci è venuto da ridere pensando che allora siamo quasi come Lui.
Comunque l’unica soluzione era di dover adattare la nostra guida alla macchina, perché con le auto moderne non è più possibile fare il contrario.
Terza e ultima tappa con 65km su due prove.
La prima era una chicca da 53 Km dove si trovava di tutto e di più. Stanchezza, difficoltà di ps, sottosterzo sul veloce, freno a mano che non sempre ci assecondava, ci hanno fatto penare non poco. Abbiamo perso una posizione della generale su questa ps, ma sempre contenti di aver l’opportunità di poter affrontare subito dopo, la Power Stage.
Per me un’emozione ancor più grande l’affrontarla. Quante volte negli anni precedenti quella strada l’avevo fatta in vacanza, con amici e con mia figlia.
Poterla affrontare con Alberto, con un casco in testa, su una macchina da corsa come la Skoda R5 in una gara del Mondiale…non ha prezzo !
Entrambi abbiamo dato tutto quello che avevamo ancora in quel momento e abbiamo tirato fuori un bellissimo (per noi) tempo di speciale, un 26° a pochi secondi da Delecour. Il passare sotto lo striscione Michelin del fine Power Stage e sfiorarlo in quinta piena (sulla Fabia non c’è il limitatore in quinta, fà i 198 Km/h)…mi ha fatto urlare in macchina di goduria/gioia/piacere !
Bello, bellissimo.
Il 60° Tour de Corse merita tutta la stima di cui gode nel nostro mondo sportivo. Noi felicissimi di aver avuto la fortuna di poterlo affrontare.